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| 34 TERRAPIENO - ESTERNO GIORNO |
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| Siamo su un terrapieno desolato e spazzato dal vento. Si alzano mulinelli di terra bianca. Un cumulo di pietre delimita il campo. Sullo sfondo, solitario, si alza un solo albero. Al centro c’è Rino appoggiato al suo furgone. Un uomo vicino a lui in divisa mimetica con risvolti neri, lo minaccia con una pistola. Un altro soldato gira intorno al furgone, lentamente. Il primo soldato dice qualcosa a Rino e con un gesto gli ordina di entrare nel furgone. Rino entra nel furgone e si mette a trafficare tra la merce. Prende varie cassette, oggetti, taniche di benzina. Sotto gli ordini dei miliziani carica tutto su di un’automobile verde militare con scritte nere ferma poco distante. Da lontano, ben nascosto dietro un cespuglio Arno assiste alla scena. L’uomo con la pistola fa inginocchiare Rino con le mani sulla nuca tenendolo sotto tiro mentre l’altro và a chiudere lo sportello dell’auto. Il primo si accende una sigaretta, guarda Rino in ginocchio e parla con l’amico. I due fanno alcuni gesti con la testa. Arno non sente quello che si stanno dicendo. Alla fine rientrano in macchina. L’uomo con la sigaretta mette in moto. L’auto dopo una breve curva si avvicina alle spalle di Rino sempre inginocchiato. L’uomo al volante butta via la sigaretta, prende la pistola e gliela punta alla nuca. Vediamo il volto di Arno nascosto e sentiamo uno sparo, poi il rumore dell’auto che si allontana sul pietrisco del terrapieno. Quando torna il silenzio Arno esce dal cespuglio e si avvicina al cadavere di Rino riverso a faccia in giù in una pozza di sangue. Si abbassa verso il volto dell’uomo. Si rialza e, senza alcuna espressione particolare si avvicina al furgone, apre lo sportello, ficca una mano sotto al sedile e tira fuori il fucile di Rino nascosto lì sotto. Traffica ancora e trova una scatola. La apre: ci sono le pallottole del fucile. La richiude e se la mette in tasca. Si ferma un secondo vicino al cadavere e và via. |
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