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24. BAR - INTERNO GIORNO torna all'elenco delle scene
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Siamo in una specie di bar-rivendita. Sugli scaffali sono poggiati pochi barattoli con conserve, bottiglie di vino, liquori ed altri alcolici. Alla parete è affisso un manifesto scritto a caratteri simili a quelli dei volantini visti nel torrente prosciugato della scena 2. Riusciamo a leggere le prime righe:

“RICORDATE: L’ACQUA E’ IL PRINCIPALE AGENTE DI TRASMISSIONE DEL CONTAGIO.
ATTENERSI SCRUPOLOSAMENTE ALLE NORME IGIENICHE PRESCRITTE”

Segue a caratteri più piccoli una lista di regole di prevenzione. Nell’unica sala ci sono pochi tavoli e sedie di plastica bianca. Ad uno di questi c’è seduto un uomo che biascica sempre le stese parole. Come un mantra, una litania, una filastrocca per bambini impazzita.

    UOMO – Trotta, trotta cavallina che la pioggia si avvicina, l’acqua nera giù cadrà, sui villaggi e le città…

L’uomo ha gli occhi fissi ed allucinati. Ha una bottiglia di vino riempita a metà ed un bicchiere poggiati sulla tavola. Entra Sara. Il barista, un uomo sui 50 anni, barba sfatta e sigaretta tra i denti, è appoggiato al bancone. Guarda la donna con desiderio. Lei se ne accorge.

BARISTA - Ciao bella signora, che posso darti?

Sottolinea con lo sguardo il doppiosenso. Lei sorride leggermente, fingendo indifferenza.

SARA - E che cos’hai?

BARISTA - Certo qualcosa che tuo marito s’è dimenticato!

Ride sguaiato. Lei non lo guarda nemmeno, cerca l’accendino nella borsa.

SARA - Dammi le sigarette, và…

Lui prende un pacchetto di sigarette da uno scaffale alle sue spalle.

BARISTA -  Scrive sempre il professore?

Il barista ride ancora pesantemente. Sara rovista nella borsa in cerca dell’accendino. Non lo trova e si rivolge al barista.

    SARA – Fammi accendere, dai.

Il barista le avvicina la fiamma e Sara si accende la sigaretta e si appoggia al bancone. Si guarda intorno. Vede l’unico uomo seduto al tavolo.

SARA - Vedo che fai affari…
BARISTA (Ironico) – Se va avanti così, ingrandisco il locale.
SARA - Dammi anche una bottiglia di vino.

Lui prende la bottiglia dallo scaffale.

SARA - Quant’è?
BARISTA -  Con le sigarette sono quindici.
SARA - Quindici?
BARISTA -  Eh si bella. (Indica le bottiglie alle sue spalle) Vacci tu in città a prenderle se vuoi farti ammazzare. (Guarda i soldi) E poi non so nemmeno io che me li prendo a fare. Per quello che valgono…
SARA (Guardando la bottiglia di vino) – Pericolo per pericolo, fatti portare qualcosa di meglio dai tuoi fornitori.
BARISTA – Senti bella, la città è un inferno. Si prende quello che si può prendere. Ci sono bande armate dappertutto. Ti sparano così (Fa schioccare le dita): perché gli gira! (E rivolto al matto seduto al tavolo) E stai un po’ zitto!
SARA (Guardando il matto con un sorriso ironico) - Bella clientela in questo posto. Stammi bene…

Il barista sorride mentre Sara esce dal locale. Noi restiamo sull’uomo seduto al tavolo che, dondolando la testa ed il busto con lo sguardo perso nel vuoto, ora continua a muovere le labbra senza però emettere alcun suono. Ogni tanto alza un braccio e si mette a solfeggiare la sua filastrocca.
 
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